Il primo plagio non si scorda mai

bisogna assomigliare alle parole che si dicono_chiara scattina

Foto pensata e scattata per l’occasione dalla sottoscritta 🙂

Ciao amici,
oggi vi racconto una cosa che mi è capitata venerdì sera e che, dopo due giorni d’incubazione e di sedimentazione, ho deciso di condividere in questa mia casetta virtuale. E sì, perché questo blog è nato come uno spazio in cui raccontarvi di me, oltre che del modo in cui la psicofotografa che è in me può aiutare grandi e piccini a guardare se stessi e la realtà da nuovi punti di vista.

Insomma, per farla breve è successo che per un caso fortuito sono entrata su una pagina facebook e scorrendo il dito sullo smartphone sono arrivata ad un articolo che ha attirato la mia attenzione perchè l’incipit e il titolo usati mi hanno ricordato un mio articolo dello scorso mese. Bene, cosa mi ritrovo a leggere? Un ‘copincolla’ riveduto e corretto del mio post!

Ma dico io… trovi un articolo che ti piace, scritto da una persona giovane come te, di cui condividi i contenuti (e il post in questione è indubbiamente quello che più ha “fatto parlare” e che più ha vissuto di vita propria, visto che è stato condiviso centinaia di volte e letto da migliaia di persone che non avevano – e forse continuano a non avere – la minima idea di chi io sia!), … ma perchè non lo condividi e basta? Da brava psicologa mi sono spinta anche ad entrare in empatia con te e a pensare che forse lo hai fatto perchè volevi che fosse un mix dei tuoi pensieri e dei miei…ok, ci sta. Ma almeno quando usi i miei scrivi: “come ho letto sul blog di Pinco Pallina…”. Sarebbe già stato qualcosa, no? Perchè cambiare qualche parola qua e là e spacciarlo per tuo?

Boh, non mi capacito. Anche perchè sono una fanatica delle citazioni! Amo annotarle su carta e proporle ai miei pazienti scritte su dei post-it da portare a casa in vista della seduta successiva; amo poter abbinare alle mie fotografie degli aforismi e amo partire da una frase letta su un libro, da una poesia o dal testo di una canzone per scrivere un articolo sul blog. Lo facevo quando usavo Flickr e lo sto facendo nuovamente ora, con estremo rispetto verso le parole di chiunque. E posso ben capire che citare Chiara Scattina non sia come citare, chessò, Italo Calvino, ma anche le mie parole hanno un valore, “cribbio”!! (cit.) 😀

L’idea di essere stata (usiamo questo eufemismo..) fonte d’ispirazione fa piacere, ma il modo è indiscutibilmente sbagliato, oltre che legalmente perseguibile. E il fatto che sia stato un fotografo mi fa ancora più riflettere. Noi fotografi (amatoriali e professionisti) dovremmo essere quantomai sensibili al tema del copyright e del diritto d’autore, visto che viviamo costantemente con la consapevolezza che le nostre immagini potrebbero essere “rubate”. Le firmiamo, sì, ma sai che ci vuole a togliere una firma o a croppare quel tanto che basta per far saltar via il tuo nome o il tuo logo? Nulla. Allora ti dico perchè le posto comunque. Perchè le immagini che creo sono il mio modo di guardare il mondo, sono il mio modo di comunicare, sono le mie emozioni trasformate in pixel e voglio che incontrino altri occhi, altre emozioni, altri linguaggi.
Ecco, lo stesso vale per le parole, visto che mi permettono di entrare in contatto con altre persone, ma questo contatto deve avere alla base il rispetto.

Ma non finisce qui! Mentre buttavo giù una prima bozza di questo articolo, cercando di far sbollentare i nervi, mi è venuto lo sghiribizzo di cercare su google una frase del mio articolo e scopro che un altro fotografo si è spinto oltre: ha preso tutto il mio articolo, con tanto di foto, e lo ha inserito su un suo forum. E una redazione di un’associazione culturale ha copiato e incollato un intero capoverso.

Che dire. Forse bisogna rassegnarsi all’idea che t’imbatterai sempre:

  • in quelli che pensano di non venire mai scoperti (i “furbetti del quartierino”)
  • in quelli che non hanno rispetto per il tuo lavoro e piuttosto che creare un prodotto da offrire si limitano a copiare per filo e per segno quello che hai ideato tu (come è capitato già più volte alla mia amica Duediquadri, sia con le sue creazioni artigianali che con i corsi che propone presso la sua Associazione)
  • in quelli che il diritto d’autore non sanno proprio cosa sia
  • in quelli che non vogliono essere l’originale e si accontentano di essere la carta carbone.

O forse bisogna continuare a fare il proprio lavoro con la stessa dedizione, con lo stesso amore e con lo stesso stile, perchè la mia libertà d’espressione sta anche nel poter continuare ad usare i canali web per veicolare i miei pensieri, i miei servizi e le mie immagini. Sì, direi che è questa la via giusta.

Non voglio mica vivere con la paura che le mie idee vengano copiate, tanto restano mie anche dopo il “furto” e, anzi, mi sa le farò circolare con ancora più convinzione e piacere. D’altronde mica ho scritto e scriverò cose che non ha mai detto/pensato nessun altro! Le mie idee sono frutto dei miei studi, della mia educazione, dei libri che ho letto, delle canzoni che ho ascoltato, delle esperienze che ho fatto, delle immagini che ho guardato. Anche io ho tratto ispirazione centinaia di volte da cose scritte/fotografate da altri, ma poi le ho rese mie (e la foto che accompagna questo articolo parla chiaro: le mie parole mi somigliano! 😉  )

Ma visto che “buona sì, fessa no”… di questi 3 episodi ho salvato gli screenshot. Mi serviranno a dimostrare quel che ho scritto, laddove dovesse servire. Quindi se dovesse capitare anche a te, tira un bel respiro, sorridi e “screenshotta”!

Buona settimana e buona libertà d’espressione a tutti!

Chiara

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