“Ridisegnarsi” è un’idea.
Un’idea proposta come fosse un gioco ed accolta con entusiasmo dai bambini del mio laboratorio fotografico.
Un’idea semplice. Volti bianchi e neri, colori per face painting bianchi e neri, pennelli e… briglie sciolte alla fantasia.
Un’idea che può essere declinata in altri mille modi e che sarà ogni volta diversa, se a realizzarla saranno occhi, mani e cuori diversi.
Un’idea che sono felice di aver avuto, che sono felice abbia portato a questi risultati e che riproporrò in altri laboratori e percorsi di fotografia terapeutica perchè la sua forza sta nella naturalezza con la quale la creatività di ciascuno prende forma sul viso del compagno, nella gioia con cui ci si affida all’altro per farsi prima dipingere e poi fotografare e nella sintonia che si crea tra pittore/fotografo e tela/soggetto ritratto…
Un’idea con alla base altre due idee. La prima:
Fotografare significa “dipingere con la luce”, no? E allora prima si può dipingere il volto del compagno, come fosse una tela, e poi si può fotografare la propria creazione; oppure si può chiedere alla propria “tela” cosa le piace e usare pennelli e colori per darle voce e poi si può fermare in uno scatto ciò che si è creato… e non fa nulla se da lì a poco ci si strucca, tanto quello che si era dipinto è stato catturato e portato in stampa e ora è lì, come un bel quadro dipinto prima coi colori e poi con la luce.
La seconda:
Se non siamo noi adulti a trasmettere ai più piccoli l’idea che possono “RIDISEGNARSI” (nell’accezione più ampia del termine), chi deve farlo? Se non gli insegniamo che conta più la qualità che la quantità, se siamo noi per primi menefreghisti ed indolenti piuttosto che aperti al nuovo ed al cambiamento, se non li incoraggiamo a SCEGLIERE, visto che le loro giovani vite sono ancora tutte da “scrivere”, se non ci poniamo in ascolto delle loro esigenze e dei loro desideri , se non gli mostriamo che possono (e devono) guardare le cose da più punti di vista e non da un punto di vista unico e standardizzato e che possono esprimere ciò che pensano e provano liberamente, anche attraverso il linguaggio fotografico e la forza delle immagini… beh, stiamo fallendo come genitori, fratelli maggiori, educatori, formatori. [E lo so, io non sono né genitore né educatore, ma sono psicologa… e la mia esperienza mi fa dire che non sarebbe male se nelle istituzioni scolastiche ci fossero più psicologi, sia per i grandi che per i piccini. :)]
Le foto sono state realizzate, questo ci tengo a sottolinearlo, da bambini/ragazzi che vanno dai 9 ai 16 anni. L’edit è mio perché volevo mandarle in stampa in bianco e nero, ma vi assicuro che sono bellissime anche a colori e che su carta fotografica sono SUPER!
Sono belle, vero? Io sono molto fiera di loro, ma vorrei sentire anche la vostra opinione!
A presto
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