Catania, 22/12/2016
Ecco il terzo (e per quest’anno ultimo) appuntamento con la rubrica How-To dedicata all’importanza di stampare le fotografie.
Ti ho già parlato dei Tonki, poi dei pannelli di poliplat ed oggi ti presento delle grucce/cornici/espositori presenti in commercio (hanno un nome svedese, e ho detto tutto!) ma che io mi sono “divertita” a creare in casa.
Quest’estate infatti dovevo pensare ad un modo originale per allestire la mostra “Ridisegnarsi” del laboratorio di fotografia terapeutica dei miei ragazzi e visto il ridotto budget dal quale potevo attingere e le dimensioni del cavalletto che il Centro socio-educativo metteva a mia disposizione mi sono improvvisata falegname e ho riprodotto col legno di un pallet questo semplice ma grazioso espositore.
Bastano delle bacchette di legno lunghe 30 cm e alte circa 3 cm sulle quali applicare poi degli occhielli che si avvitano direttamente sui due estremi del pezzo di legno… ed il gioco è fatto. Le foto si agganceranno poi con delle piccole pinze (sia gli occhielli che le pinze sono facilmente reperibili in qualsiasi ferramenta e costano davvero pochi spicci) creando una composizione di 2, 3 o + fotografie in sequenza verticale.
Disallestita la mostra, come dicevo anche nella “puntata” precedente in cui vi parlavo dei pannelli in poliplat, avrei potuto metterli da parte e amen, invece ho deciso di usarli in casa per esporre alcune mie fotografie.
L’alternativa più simile a questa (e più semplice da realizzare) è il filo di spago con le foto appese come fossero panni stesi al sole. Ne ho avuti diversi nelle mie camere da studentessa/lavoratrice fuori sede e la mia passione (quasi incontenibile) per le mollette e i panni stesi va a braccetto con questa idea di allestimento. Ma questo metodo è altrettanto carino e ti permetterà di esporre le tue fotografie stampate in 20×30 senza bisogno di comprare costose cornici.
Unica pecca, risolvibile, è che se la foto è stampata solo su carta fotografica tenderà a imbarcarsi (curvarsi) un po’ perchè tenuta solo dalle pinze laterali. Come rimediare? Direi che un supporto semirigido (un cartoncino, ad esempio) messo posteriormente alla foto dovrebbe andar bene. Io le sto lasciando senza, ma se proverai a fare così fammi sapere.
In questo caso il tema che ho prediletto è stato quello del viaggio. Chi le guarda fa un salto con me nelle risaie di Banaue, sulle spiagge di Palawan, a San Pietroburgo, a Roma, a Torino e potrei continuare stampandone altre e utilizzando gli altri espositori messi da parte.
Amo circondarmi delle foto dei miei viaggi. Non sono una fotoreporter, non mi etichetto né come travel photographer né come storyteller ma amo riportare a casa, di ritorno da un viaggio (insieme allo zaino pieno di panni da lavare e di qualche souvenir) tante SD piene di fotografie da riguardare. Le lascio sedimentare un po’ e poi le inizio ad organizzare, passo all’editing ed infine ne stampo qualcuna e me la godo. Questo mi aiuta a risentire gli odori, a rivedere i colori, a riascoltare i suoni, a riscoprire le emozioni provate, a rincontrare le persone nelle quali mi sono imbattuta o con cui sono entrata in relazione ed è un po’ come rimettermi in cammino. Hai anche tu questa abitudine? Se sì, ottimo! Se invece la risposta è no il mio invito è sempre lo stesso:
non affidare solo a dvd, pen drive, cloud, hard disk, smartphone e social network le tue immagini! Procedi per sottrazione, seleziona le fotografie che più ti emozionano, che ti strappano un sorriso o una lacrima, torna a stampare i tuoi ricordi e non dimenticare di dare anche ai tuoi figli, se sei genitore, la possibilità di conoscere la bellezza racchiusa in una fotografia stampata su carta fotografica. (Chiara Scattina)
Stampate. Regalate fotografie. Regalatevi fotografie.
Ci si risente, sempre qui, con l’anno nuovo. Spero vorrai festeggiare con me il 1°anno di questa mia casa virtuale, le cui porte si sono aperte proprio nel Gennaio del 2016 e continuare a seguire le mie esplorazioni.
Ah, quasi dimenticavo:
A tutti voi auguro un Natale con pochi regali ma con tutti gli ideali realizzati. Alda Merini