Ogni posto è una miniera. Basta scavare

chiarascattina

Catania, 6 Dicembre 2016

Ogni tanto torno ad usare questo blog come fosse un diario e va bene così, perchè io sono così. Non voglio “vendervi” niente, voglio semmai che mi conosciate. E  per farmi conoscere tratto temi psicologici che credo sia bene divulgare, vi mostro le mie foto o il modo in cui si può usare la fotografia per guardarsi dentro e guardarsi attorno e vi racconto qualcosa di me per farvi entrare nel mio mondo. Oggi vi tocca un mix di queste tre cose.

Il 3 Dicembre – chi segue il mio profilo personale o la mia Pagina Facebook lo avrà già visto – ho fatto un tuffo a mare. Sì, è la verità… uno dei vantaggi del vivere in Sicilia, in riva al mare, è anche questo! C’era una bella e tiepida giornata, un cielo terso ed un sole caldo e, dopo qualche resistenza, ho convinto il mio lui ad andare nel mio amato porticciolo.

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C’è un punto di Catania, sul nostro lungomare, dove è “estate” tutto l’anno e dove un gruppo neanche tanto sparuto di persone abbastanza in là con l’età si ritrova quotidianamente. Ci sono quelli che chiacchierano sulle panchine, nei bar o che si fanno la partitella a carte?…beh, nel borghetto di San Giovanni Li Cuti ci si fa il bagno. Tutto l’anno, 31 Dicembre compreso.

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3 Dicembre 2016. Il prof, colpito da ictus e paralizzato per metà, fa la migliore fisioterapia che esista!

chiarascattina

1 Gennaio 2016. Qui sono io che mi faccio la nuotatina di Capodanno

La verità è che per me quel porticciolo è molto di più di un luogo in cui passare delle ore di spensieratezza… è il mio luogo speciale.

E lo è da quando, nell’Aprile del 2012, ho deciso di andar via da Roma e tornare a Catania. In quei giorni non stavo bene, i dubbi mi stavano logorando e ho preso l’abitudine di andare lì, da sola, ogni giorno, a guardare il mare. Avevo chi mi consigliava in una direzione, chi in un altra ma io, che amo viaggiare in direzione ostinata e contraria, ho trovato nel mare il miglior interlocutore ed è stato proprio grazie al suo richiamo ostinato se ho capito che dovevo riprendere in mano la mia vita. Il mare, per chi lo ama come lo amo io, non è solo acqua salata in cui sguazzare. E’ un confidente, uno spazio di silenzio o di tumulto, di lacrime  o di risate, è un amico che ti chiama per nome.

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Ma di amici, proprio durante quei pellegrinaggi in solitaria, ne ho trovati anche altri. Perchè lì, come vi accennavo, c’è chi va quotidianamente a fare un saluto al mare. Sono quelli che amo chiamare Gli Irriducibili! E dal loro punto di vista dovevo sembrar proprio strana… una trentenne che si andava a metter là, tra tanti vecchietti, pronta a chiacchierare col mare, con me stessa e con loro.

Achille

Marzo 2013. Lui è Achille, Irriducibile tra gli Irriducibili. Anche lui era lì a fare il bagno il 3 Dicembre.

Uno tra questi signori mi recitava ogni giorno delle poesie a memoria e una mattina mi portò un plico con poesie siciliane scritte di suo pugno, accompagnate da una dedica che conservo gelosamente nel mio studio, insieme a tutte le poesie: l’ho fotografata per poterla ogni tanto rileggere:

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4 anni fa avevo uno smartphone scarso (beh, anche adesso!). La foto fa schifo, ma le parole sono speciali!

La poesia altro non è (né deve essere) se non l’offerta di un cuore ad altri cuori.

Alla dottoressa Chiara

Con amicizia

Giuseppe

(*La chicca è che si chiama Giuseppe Garibaldi e Garibaldi è il secondo nome, non il cognome!*)

Giuseppe

Marzo 2013. Ecco Giuseppe!

Con quel “dottoressa” il caro Giuseppe mi ha illuminata. Dovevo tornare a Catania e fare la psicologa. Era semplice. E così è stato.

Poi in un altro periodo di confusione sono andata lì, per stare un po’ con me stessa e col mare, e ho avuto un’altra “illuminazione”(stavolta arrivata in sella ad una bici) su cosa fosse giusto fare ed oggi, a distanza di 3 anni e mezzo,  non potrei essere più felice.

Vi mostro quanto è bello (gli scatti sono realizzati nei vari anni con un’app dello smartphone… non sono andata quasi mai con la reflex per “viaggiare leggera”):

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Ed ora? Beh, anche questa fine di 2016 non è che sia proprio una passeggiata. Il mio corpo sta chiedendo di essere ascoltato e coccolato e l’altro giorno, mentre stavo in acqua e mi godevo il mare dicembrino del mio porticciolo, ho sentito che tutto andrà bene. Mi aspetta un futuro sorridente e”folgorante” e questa foto brutta (ma taaanto bella) DEVE esserne la prova 😀

chiarascattina

Tutto questo per dirvi che sì, è importante esplorare, ma lo è altrettanto trovare un luogo in cui, molto semplicemente, stare, lasciare andare, dedicarsi del tempo, ascoltarsi e ascoltare.

E questo lo dico io da psicologa, ma lo dice meglio di me Tiziano Terzani:

Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente la dove si è: basta scavare.

Basta scavare. Basta osservare. Basta nuotare. 🙂

chiarascattina

Ogni posto va bene, ma se ne trovi uno “speciale” tienitelo stretto!

Chiara

2 pensieri su “Ogni posto è una miniera. Basta scavare

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