Oggi facciamo che questa è la pagina di un diario o il foglio bianco di una lettera. Una di quelle pagine su cui si scrive per tenere stretti i ricordi.
Perchè io i ricordi legati alla canuzza che vedete insieme a me in foto non voglio perderli. Molti di quelli che seguono il mio blog e la mia pagina facebook non mi conoscono in prima persona o comunque mi conoscono da pochi mesi , ma una delle cose che c’è da sapere su di me è che ho passato 17 anni di vita con quel bel muso a pera (che le è valso il soprannome di “pera-pera” o, per chi era ancora più in confidenza, di “scema-pera”) e che lei è sempre con me, anche se già da 7 anni non c’è più. Lei c’è sempre.
C’è la sua anarchia. Il suo dare poca confidenza agli sconosciuti. Il suo pelo poco lucido. I suoi occhi buoni e belli da morire. Il suo non sapere (o meglio, non volere!) camminare al passo, ma saper correre con un levriero. Il suo amore per i vasetti di yogurt da leccare e per gli avanzi trovati vicino la spazzatura (giuro che mangiava bene e regolarmente, era proprio più forte di lei). Il suo abbaiare al suono del campanello. Il suo incedere sempre più lento, con le zampette posteriori che non ne volevano più sapere, negli ultimi anni.
Ci sono le tante coccole, le passeggiate, le slinguazzate, le risate e le lacrime. Ci sono tante fotografie, quasi tutti autoritratti (e tu mi odiavi in 3 momenti: quando ti portavo dal veterinario, quando ti portavo a lavare e quando mi avvicinavo con la macchina fotografica!). E poi c’è quella notizia, arrivata l’8 Settembre di 7 anni fa, mentre vivevo a Roma, che mi ha spaccato il cuore a metà.
Non so se siamo stati una buona famiglia per te, ma tu sei stata di sicuro la migliore canA anarchica che potesse capitarci! Grazie per aver fatto parte della mia vita e per tutto l’amore che mi hai donato.
p.s. Urge stampare qualche foto che ci ritrae insieme per appenderla in casa! 🙂
I cani sono più saggi degli uomini. Non prestano molta attenzione alle cose. Non sprecano i loro giorni accumulando proprietà. Non guastano i loro sonni preoccupandosi di come conservare gli oggetti che hanno e di come ottenere gli oggetti che non hanno.
(Eugene O’ Neill)E quando affondiamo il viso tra le mani, augurandoci di non essere mai nati, i cani non si drizzano in tutta la loro altezza, osservando che ce la siamo voluta, e neppure si augurano che ci serva di lezione, ma si avvicinano a passi felpati, appoggiando la testa sulle nostre ginocchia… e lui alza la testa con i suoi grandi occhi sinceri, per dirti con lo sguardo: “Ebbene, ci sono sempre io lo sai. Andremo per il mondo insieme ci sosterremo sempre a vicenda, non è vero?”
(Jerome Klapka Jerome)